lunedì 11 febbraio 2013

Papa...rapapappappappà


Per quanto sia molto difficile credere che le fatiche e le brutture di questo mondo siano le dirette conseguenze di un morso dato a una mela (che niente aveva a che vedere con l'attuale tecnologia, altrimenti il 'bug' sarebbe stato facilmente eliminato e oggi vivremmo tutti felici e contenti) sono convinto che la componente spirituale, qualunque essa sia, abbia dei risvolti particolarmente incisivi sul corso di queste nostre vite tutte fatte di materia e sostanza. Troppa materia e poca sostanza.
Si perché, se 'la religione è l'oppio dei popoli', vediamo costantemente con i nostri occhi quanto il dio in questione (qualunque nome vogliate attribuirgli) non sia così spirituale quanto cercano di farcelo apparire: questo dio utilizza conti correnti, acquista azioni, partecipa a compravendite, possiede giacimenti petroliferi, scatena guerre (ma senza sporcarsi le mani, non sia mai)...insomma...ha il suo bel da fare, diciamo così.
Qual è il compito del Suo rappresentante in terra? In teoria, far si che il Suo verbo, il Suo nome e le Sue gesta raggiungano più essere umani possibile e che questi decidano spontaneamente di seguire i dettami stabiliti dal Suo pensiero mettendoli in pratica (per quanto possibile) nella vita di tutti i giorni. Una guida, insomma. Un rappresentante terreno di quell'entità così invisibile ma così presente nel quotidiano di miliardi di persone.
Ripeto, in qualunque modo si voglia chiamarLO o definirLO.
La velocità impressionante di questa nostra vita, però, spesso favorisce l'oggetto più che lo spirito; il possedere più che l'essere.
Sono le 'protuberanze terrene del sacro' in primis ad occuparsi del materiale a scapito dell'uomo e  dell'anima; dunque, a cascata, diventa inevitabile la moderna degenerazione della tanto ostentata spiritualità, che altro non diventa che un'esibizione del credo, una messa in mostra di 'chi crede in cosa' e non della fede in sé e delle sue più profonde motivazioni.
Giovanni Paolo II aveva almeno il 'merito' (se di merito si può parlare) di cercare un dialogo attraverso il viaggio, la comunicazione, l'andare in giro per il mondo a diffondere un messaggio: Che crediate o no, giusto o sbagliato pensiate che sia, almeno il tentativo di essere un rappresentate attivo del suo 'principale' lo ha fatto. Il gesto concreto c'è. 
Erano sicuramente tempi diversi, non eravamo in possesso di così 'tanto', internet non era ancora così importante, le difficoltà di questi anni erano ancora da venire per cui lo spazio per la fede c'era e non era trascurato in favore di uno spirito di sopravvivenza che sfocia sempre più spesso in un egoismo di massa difficile da fermare, al giorno d'oggi.
Nei momenti più difficili serve un capo, qualcuno che si prenda delle responsabilità, che si faccia carico degli altri e che indichi la strada.
Noi italiani lo sappiamo bene, abbiamo sempre avuto bisogno che qualcuno ci dicesse cosa fare, dove andare, cosa dire e perché, con maniere più o meno forti, poiché non siamo capaci di prenderci ciò che vogliamo, ma solo quello che ci viene dato. Lamentandoci successivamente.
Le dimissioni di Benedetto XVI arrivano nel momento di maggior difficoltà (anche spirituale) del nostro paese e non solo.
Non è stato (a mio avviso) la guida che avrebbe dovuto essere, non si è preoccupato dei suoi fedeli e delle loro anime, ma di cose, oggetti, questioni: per questo ci pensiamo già noi.
Sbaglio?
Il tema della pedofilia nella Chiesa, il confronto con le altre religioni, le questioni interne al Vaticano e 'corvi' vari...non hanno fatto che allontanare i fedeli.
L'amore.
Capite, continuano imporci di distinguere i vari tipi di amore L'amore è amore. Punto. Perché il mio dio (qualunque esso sia) dovrebbe giudicarmi se non faccio altro che amare qualcuno? Amare non è male. Perché quindi dovrei sbagliare? Perché continuano a dirmi che se amo A il mio dio (qualunque esso sia) mi ama, ma se amo B il mio dio (qualunque esso sia) mi punirà?
Io devo pensare a dove trovare i soldi e cosa comprare, cosa mangiare, dove andare, al lavoro, ai figli, alla fidanzata, alla mia squadra del cuore, alla nonna sola a casa che devo accompagnare a fare la spesa.
Tu devi occuparti della mia anima, non del mio quotidiano. Per quello ci sono già io.
Sono convinto che la situazione politica abbia accelerato decisioni molto più grandi di noi.
Un certo tipo di politica fondata sulla religione e sul mancato rispetto dei suoi precetti da parte degli stessi oratori che tanto declamano, via mass media, la sua importanza...credo stia per finire.
O almeno me lo auguro.
Personaggi e movimenti politici spinti da una superficiale quanto fintamente profonda fede nel dio (qualunque esso sia) tanto acclamato e chiamato in causa hanno più volte dimostrato la pochezza della loro anima. A scapito nostro, ovviamente. E di ciò in cui credevamo. O in cui crediamo tutt'ora.
La difficoltà nella vita quotidiana sommata alle continue bugie e le dichiarazioni d'intenti completamente discordanti con i fatti reali hanno spinto i più lontano dal proprio spirito.
Quel che serve è una guida.
Forse lo hanno capito e stanno cercando di mettere una pezza, in qualche modo, alla probabile 'deriva laica' che queste votazioni politiche potrebbero portare.
Una guida spirituale aiuta. Sempre. A prescindere dal fatto che sia la vostra guida, o quella di qualcun'altro.
Perlomeno è un interlocutore in più con il quale confrontarsi, qualcuno con cui parlare e che può fornirci un punto di vista differente. Che ci permetta di pensare. Perché pensare e parlare aiuta il confronto. La crescita. La vita. 
Così da non dover più cercare facilmente le risposte su Wikipedia ma magari dentro noi stessi.
Qualunque sia il nome che quotidianamente diamo al nostro dio.
O quello che rappresenta per ciascuno di noi.