giovedì 3 ottobre 2013

Questo post si autodistruggerà in 3, 2, 1...


Se credo negli oroscopi?
Diciamo così: mi piace quando dicono cose belle. Ma li snobbo quando il voto è al di sotto del 6,5.
Facile, no?
Si, lo so, ma sono un 'superstizioso non superstizioso', per cui il mio cercare (o meno) il supporto astrale dipende dal piede con il quale mi alzo la mattina.
Solitamente mi divido tra Paolo Fox (oh...quando c'azzecca è impressionante) e Rob Brezsny, molto più 'indie – alternative'.
Questa mattina l'amico Rob parlava così:

Non dire che vuoi l’amore”, dice lo scrittore Stephen Sparks. “Dì che vuoi la luce del mattino attraverso una finestra macchiata di vernice; dì che vuoi una folata di vento che trascina le foglie sul marciapiede e colline che rotolano verso il mare; dì che vuoi vedere, in un albero davanti al quale passi ogni giorno, i resti di un nido rivelati dalla caduta delle foglie; un pigro pomeriggio di conversazione nella penombra di un bar; l’odore del pane che cuoce”. Questo è proprio il consiglio che voglio darti, Gemelli. Secondo me, non ti puoi permettere di essere vago e generico nelle tue richieste d’amore. Devi chiedere esattamente le sensazioni e le esperienze che faranno crescere la tua voglia di goderti la vita.

La prima cosa a cui ho pensato è stata: ''Ok! Adesso prendo la chitarra e scrivo una canzone!”. Ma poi ho cambiato immediatamente idea, preso dal terrore di scrivere un miscuglio di banalità alla Jennifer Lopez del tipo 'baby i love you, baby i need you'.
Brrrrr!
Bleah!
Però!
C'è un però!
Il pensiero riguardo a cosa mi piacerebbe chiedere mi è venuto. E per tutto il giorno ho immaginato a cosa poter chiedere al posto del classico amore made in Hollywood.
Non sono romantico, solitamente. Anzi.
Se solo ci provo risulto delicato come un uomo di Neanderthal che prova ad sgusciare un ovetto sodo con una clava.
Ma mi piace l'idea di averci pensato tanto. E a tante cose. La giornata ha avuto un colore diverso. 
Inoltre è la prima volta che 'rispondo' ad un oroscopo. Magari affrontarlo a viso aperto può essere un esperimento interessante.

Allora.
Io non voglio l'amore. Per quel che ne so, l'amore dura due anni. Così dicono. E dopo? Dopo c'è l'affetto. La routine. I pranzi dai rispettivi genitori il fine settimana. Le cene con le rispettive coppie di amici. I compleanni cadenzati dei vari conoscenti, di quelli a cui non sai mai cosa regalare e che se non ci vai fai la figura di quello che se ne frega e poi la tua lei s'offende e tiene il muso per tutta la serata e quando torni a casa ti tocca pure litigare. Le vacanze ad agosto. Le due settimane al mare o in qualche capitale a fare le foto. Che poi quando ti annoi prendi il telefono e guardi se qualcuno ti ha 'whatsuppato' o se hanno commentato la tua foto appena postata su Facebook.
Non voglio l'amore.
Vorrei che mi passassi la penna mentre sono seduto sulla poltrona con in braccio la chitarra, quando non mi vengono le parole e il plettro cade per terra e, senza parlare, riesci a dirmi cosa scrivere.
Vorrei andare al cinema e commentarti nell'orecchio il film, soprattutto quando succede qualcosa di stupido e io rido come un 'duenne', darti fastidio promettendoti di non farlo più subito dopo che mi dici di stare zitto.
Vorrei andare a correre in mezzo alle foglie che cadono, con i ricci spaccati ma non aperti del tutto, dai quali fuoriescono le castagne, di quelle che non si mangiano ma si tengono in tasca perché tengono lontano il raffreddore. Ma tu a queste cose non ci credi. E ogni volta che ne trovo una mi chino a raccoglierla mettendola nel cestino della bici con la quale mi segui, perché so che ti stanchi e ti annoia a starmi dietro. Soprattutto quando fa freddo. Ma vieni perché così stiamo insieme.
Vorrei arrivare a casa e trovarti addormentata. Con la musica in sottofondo. E sentirti borbottare che le cose non sono andate come avresti voluto. E allora sei tornata a casa e hai pianto, anche perché io non c'ero e mi hai odiato anche se non era stata colpa mia. Ma adesso ci sono. E tu stai meglio. E allora faccio lo stupido, perché è la cosa in cui sono più bravo di tutti, e tu ti svegli del tutto. E mi odi. Ma poi ci baciamo e mentre tu parli, io mi addormento e forse ti sbavo anche sulla spalla.
E quando ci addormentiamo riusciamo a stare incastrati per qualche minuto. Come pezzi di un lego che combaciano e non fanno fatica ad attaccarsi l'un l'altro. Ma per poco. Perché vuoi stare comoda. E io pure. Ma anche se ci spostiamo, un pezzo di noi rimane sempre in contatto con l'altro: una mia mano sul tuo fianco, un tuo piede sulla mia gamba, il mio culo con il tuo. Lontani. Ma senza perderci.
E adesso comincia a fare freddo. E compro una guida ai locali dove fanno i migliori biscotti. E io ti ci porto, ma non li posso mangiare. E ti guardo mentre ne mangi uno, non di più, perché sono buoni ma 'non hai fame', mi dici. Invece li divoreresti tutti, ma poi ti sentiresti grassa. E preferisci fare finta di essere sazia. Prendendomi in giro perché posso bere soltanto un caffè o un english tea caldo con latte a parte o un marocchino cioccolatoso, con tutto il cioccolato che mi rimane sui denti mentre sorrido apposta per farti vergognare.
Vorrei mi venissi a prendere a lavoro senza dirmi niente. E vorrei portarti un mazzo di girasoli quando saluti i colleghi e stai per salire in macchina. Ma poi i girasoli nella Vespa non ci stavano, per cui sono tutti piegati e, mentre mi baci, mi dici che non sono capace a farti le sorprese.
Vorrei farti un sacco di foto stupide e mandartele in momenti 'random' della giornata solo per farti ridere e ricordarti che ti penso. E che ti controllo. Signorina...
Vorrei pensare che domani ci sei. Se piove. Se la luce salta e non torna.
Se alzarti da una sedia diventa un'impresa vorrei essere lì a mettere il cuscino sotto le tue chiappe raggrinzite perché così la volta dopo non sprofondi troppo in basso e le ginocchia non ti fanno più tanto male.
Vorrei che mi aspettassi mentre vado a scuola alle 8:20 salutandoti rumorosamente. Per poi tornare dopo la mezza affamati e curiosi di ascoltare le storie della mattinata appena trascorsa.
Vorrei passeggiare in un parco, insieme. Perché adesso correre è un po' difficile e le ore è meglio godersele lentamente.
Vorrei guardarti e rivederci in ogni attimo di quello che siamo stati.
Questo vorrei.

Adesso basta però. Che poi s'avvera tutto sto casino e mi arriva in casa una che mi chiede di scegliere tra lei e i miei cd.
Abbella...50 e passa cd degli Oasis tra discografia completa e bootleg comprati a Londra non si trovano da nessuna parte.
E vedi d'annattene!


1 commento:

  1. Ecco, la prosa lirica ti riesce abbastanza bene. Negli anni 70 andava molto una canzone del mio cantante frikkettone preferito (che poi ha fatto una triste fine). Si intitolava "Vorrei incontrarti", ed era un po' come il nòcciolo del tuo frutto candito di oggi.

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