lunedì 28 ottobre 2013

Chi (ne) risponde?


Più passa il tempo più la nostra vita diventa 'su misura'.
(Rumore di acqua calda che scorre e urla di giubilo per la novità).
Ovviamente l'avrete già ampiamente notato: la Coca Cola con il nome tuo o quello della persona con la quale si vuole condividerla e la Nutella che ti conosce da sempre e per la quale rimarrai lo stesso di sempre.
Praticamente stanno dando ragione a mia madre quando mi dice "oh...non cambi mai"?
Vabbè.
Non bastavano le iniziali sul colletto/polsini della camicia o gli adesivi tamarrissimi che si attaccavano sul retro delle auto, a fine anni '90, che servivano ad identificare il proprietario della vettura o le prime lettere dei nomi dei due fidanzati?
Ecco, si, questi adesivi erano pessimi. Una cosa imbarazzante, a pensarci bene. E qualcuno ancora persiste eh? Fidatevi.
Lo fanno, lo fanno.
Comunque.
La distinzione tra prima e seconda classe, fumatori e non fumatori, uomini e donne non basta più; ora, l'esigenza predominante è quella del dover andare più in profondità nei distinguo, ancora più nello specifico.
A volte in maniera del tutto gratuita, giusto per dare alle persone un'illusoria sensazione di 'oh, lo fanno per me che sono diverso rispetto agli altri' e per diverso intendo 'migliore'.
E per 'migliore' intendo:
a) Pago di più.
b) Ho pagato tanto, troppo fino ad ora per cui ora posso scegliere (?)
c) Si mangia la stessa minestra ma chiamata con un nome differente
In altri casi, invece, la maggiore possibilità di scelta è dovuta a fattori prettamente fisici/etici.
Che so, penso ai menù per vegetariani, quelli per celiaci o per le persone intolleranti a più ingredienti. Ovviamente, in questi casi, ben venga la possibilità di non avere un'unica possibilità.
Ovviamente.
Ok, vado dritto al sodo.
A me piacerebbe si potesse creare un'area a parte per i rompicoglioni.
Scusate la volgarità ma almeno così evitiamo fraintendimenti.
Essendo costretto, quotidianamente, a stare a stretto contatto con una moltitudine di persone, questa categoria diventa, ai miei occhi, sempre più protagonista indesiderata delle mie giornate.
Nello specifico, in questo post mi riferisco ai cosiddetti 'cellularisti', un termine che non esiste ma che indica alla perfezioni di chi e cosa sto parlando.
La scheda tecnica del cellularista:
  1. Urla al telefono. Sempre e comunque. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualunque sia l'argomento della conversazione. E per qualunque intendo davvero qualunque. Purtroppo.
  2. Possiede uno smartphone abbastanza recente.
  3. La suoneria è, solitamente, una hit del momento, un vecchio classico alla Radio Capital, o un effetto sonoro molto molto molto fastidioso.
  4. Molto fastidioso.
  5. A volte i telefoni sono più d'uno.
  6. Danno il meglio di sé nei luoghi chiusi.
  7. Maledetti.
  8. Parlano con cadenze dialettali molto marcate, sottolineate dal volume e dal colore dell'esposizione.
  9. Non necessitano di un lessico particolarmente forbito, a meno che non siano manager. Questi ultimi iniziano la conversazione con una terminologia tecnica molto precise e particolareggiata, per poi continuare e chiudere con fatti personali e giudizi di varia natura molto molto folkloristici.
  10. Molto folkloristici.

I cinema sono stati i primi a 'ghettizzre' i cellularisti. Per ovvi motivi. Questa sorta di 'razzismo' tecnologico non funziona spesso, purtroppo. Soprattutto nei multisala e il fine settimana.
Dev'essere una moda. Una tendenza. Un flash mob.
Ai concerti, invece, il cellularista può dare il meglio di sé, a meno che non si tratti di musica classica, opera o simili; in questi casi la recente tendenza, da parte degli artisti, d'interrompere l'esibizione (anche solo momentaneamente), pare essere un deterrente abbastanza efficace.
Ma i treni.
Ecco.
I treni.
La fantomatica 'area silenzio'.
Che meraviglia.
“Si prega di evitare conversazioni ad alta voce, telefonate, suonerie e musica. Grazie per la collaborazione e buon viaggio”.
Si!
Allora una cura c'è. Non ti obbligano. Ti consigliano. Che è già un bel passo avanti.
L'avviso in inglese non sempre viene letto dai viaggiatori stranieri, ma basta un cenno al capotreno per sistemare l'eventuale 'sforamento' della barriera del suono.
Essendo in prima classe, è facile trovare persone più collaborative in tal senso.
'Migliore'.
Ricordate?
Appunto.
Ma come i peggiori virus, anche il cellularista pare aver sviluppato una forma di autodifesa dalle avvertenze, dalle convenzioni, dal buon senso e dal quieto vivere.
Non ho idea di come si possa chiamare questo atteggiamento.
Cioè si, ce l'ho.
Ma non posso dirvi tutto io.



P.s. 
Spero fosse Equitalia! 


1 commento:

  1. La mia suoneria è Fede incazzato che sbraita a "La Zanzara": "Ho rubato! Andate affanculo! Siete delle merde!" È un "effetto sonoro molto molto fastidiso"? ;)

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