mercoledì 11 settembre 2013

E se un giorno, il 7 di Settembre...

Perché scrivo? Non sono un bravo comunicatore. Ecco perché.
Sono polemico. Spesso prolisso. Parlo veloce e mi mangio le parole. Difficilmente riesco ad intavolare discussioni con persone più 'agitate' di me nell'esporre il proprio pensiero; ho sempre paura d'interrompere, per cui mi capita spesso l'esatto opposto, ovvero l'essere interrotto (maledetti prepotenti).
O addirittura lascio che il fastidio dovuto alla mia difficoltà comunicativa prenda il sopravvento per cui evito di continuare la conversazione.
Ah, poi mi vengono in mente mille pensieri contemporaneamente e alla fine dico un terzo di quello che vorrei, lasciando la parte migliore del mio intervento alle due ore successive quando, rientrato in casa, mi siedo sul divano e penso 'perché non gliel'ho detto prima!!! perché?????'.
Ve l'ho già detto che non sono un bravo comunicatore?
Ci provo, a scrivere.
Provo a tenere aggiornato un blog che, puntualmente, frequento come si frequenta una ragazza di cui non si è innamorati ma per la quale si prova del semplice interesse. L'interesse da novità.
I primi giorni sono i migliori, ci si vede tutti i giorni e si vorrebbero vomitare parole su parole sentendosi in grado di parlare tranquillamente di tutto e tutti. Passata la sbornia iniziale le conversazioni rimangono, si, intense, ma meno frequenti; gli argomenti diventano più difficili da approfondire e il tempo speso nella ricerca delle (giuste) parole giuste fa passare ogni nuovo tentativo di conversazione.
E alla fine...ci si lascia per mancanza di argomenti. E d'interessi.
Capita. Anche se...
Anche se, devo ammetterlo, mi ci vorrebbe un po' di costanza in più. Quella che ho nello scrivere musica. O meglio, nel 'provare' a scrivere musica. Testi e accordi.
Preciso di non essere un musicista professionista per rispetto verso tutti colori i quali di questa professione ci vivono e professionisti lo sono davvero. Amen.
Nel mio tentativo di contribuire ad una musica migliore (esatto, ho scritto proprio così) spesso mi chiedo il motivo per il quale mi ritrovo a strimpellare la chitarra e a buttare giù pensieri e note.
Lo faccio per me. Lo faccio per dire in modo diverso, forse più semplice, cose che diversamente non saprei dire. Lo faccio perché mi piace l'idea che una mia canzone possa tenere compagnia a qualcuno durante una passeggiata. Che la si possa suonare tra amici. Lo faccio perché quella nota lì, suonata in quel modo da sottofondo a quella frase mi ha dato una sensazione meravigliosa. Mi ha fatto stare bene. Come una bella frase di un bel libro o una sequenza d'immagini con la sola musica in un bel film.
Lo faccio perché mi piacerebbe avere il coraggio di suonare (più spesso) dal vivo e condividere con le persone quello che mi passa per la testa. E per la pancia.  E, perché no, per il cuore.
Certo...anche per arrivare ad avere un singolo in classifica che mi permetta di vivere di rendita e fare la rockstar almeno per una settimana. Senza ipocrisie.
'E se la tua canzone diventasse una hit perché l'attorone l'ha postata sul suo Facebook?'. Si, va bene
'E le la tua canzone diventasse una hit perché sigla di un programma trash tra i più visti in tv?'. Mmmmhhh, ma si dai. Andrebbe bene.
'E se la tua canzone diventasse una hit perché inno di una generazione di sfigati depressi che fraintendono completamente il testo e le tue intenzioni?'. Beh, l'interpretazione è più o meno libera, per cui...andrebbe bene anche in questo caso.
'E se la tua canzone diventasse una hit perché, oltre ad essere un sincero atto d'amore verso qualcosa/qualcuno, capitata al momento giusto?'. Beh, molto bene direi.

E se quel momento, invece, fosse sbagliato?


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