mercoledì 25 settembre 2013

Mi ricordo una notte sotto una pioggia battente...

Che cosa è la musica?
Bella domanda di merda, eh?
Io lo so che cos'è la musica. Lo so benissimo. Ma non ve lo posso dire. Nel senso...
Potrei dirvelo, ma poi dovrei rispiegarvelo non appena dovesse cambiare la canzone in sottofondo. E poi di nuovo e di nuovo ancora.
Ah, la stessa cosa vale anche per voi.
Anche voi sapete che cosa è la musica, ma non potete dirmelo.
Non voglio fare il filosofo, sia ben chiaro. Chiedo. Mi domando.
A grandi linee potrei dirvi che la musica esprime 'in musica' ciò che noi non riusciamo a dire a parole.
Molto banalmente.
Magari non vogliamo dire nulla e ci basta ascoltare un ritornello per rilassarci o iniziare una passeggiata
Tutto e niente, ecco che cosa è.
Spesso tendiamo ad identificarci con un cantante, a far nostra una frase, a dire 'oh, ma sta parlando di me! quello sono io'.
Non so se sia questione di tempo, degli anni che si accumulano oppure per il fatto che i cantanti 'del momento' siano sempre più giovani di noi per cui difficilmente ci si può immedesimare, ma più vado avanti e più sento che questo vecchio feeling va coltivato con maggior cura perché rischia costantemente di sparire, se solo dimenticato anche per un attimo.
Non mi capitava da un sacco di tempo di emozionarmi, con tanto di pelle d'oca, per una canzone. Che poi, in questo caso, non è nemmeno (ancora) un singolo. Direi più...un'atmosfera.
Si tratta di un brano che ha parecchi anni, ormai, ed è stato reinterpretato di recente per la colonna sonora di un film: Inside Llewyn Davis, la storia del folksinger che, pare, abbia ispirato Bob Dylan.
A cantarla Marcus Mumford, leader dei Mumford & Sons.
Ora, la canzone è particolarmente intensa ma non sembra essere tutto questo capolavoro (per ora si può ascoltare a tratti nel trailer del film e in una versione live, su YouTube, registrata da qualche fan).
Eppure il mix tra immagini e suoni è una bomba che mi esplode dentro ogni volta.
Mi fido dei fratelli Coen, mi fido di Marcus e mi fido di me: sono impaziente.
Che poi i Mumford & Sons siano un finto gruppo folk, di finti contadini, con finti vestiti sgualciti e dalle finte vite rurali...beh, questo è un altro discorso.
Io comunque resto in attesa.
Non dei M&S che, proprio oggi, hanno annunciato il ritiro dalle scene alla fine di questo tour.
Quattro anni. Due album. Tanti concerti. E stop.
Resto in attesa del film. Della canzone. Della storia.
Della bomba pronta ad esplodere.
Ogni volta.





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