Sono circa 20 giorni che non aggiorno il blog con i miei pensieri.
Non che non ci abbia pensato. Tutt'altro.
Ho scritto alcune cose. Avevo intenzione di parlare di argomenti futili per ridere e, magari, far ridere. L'attualità ha inoltre, in questi ultimi tempi, regalato parecchi spunti, per cui era impossibile rimanere senza parole.
Eppure.
Esatto, eppure.
Si, perché le cose che ho scritto e non pubblicato erano, come dire, prive di me. L'intenzione era raccontare cose. Cose mie. Cose reali capitatemi e pensieri. Come sempre, come le altre volte.
Ma non ero io.
Nel senso: vi capita ogni tanto di sentire di avere delle cose da dire, ma le cose da dire sono inferiori a quelle che si vorrebbero tenere per sé? Ecco.
La sensazione era quella di avere parecchio di cui parlare ma non avere voglia di farlo.
Che senso ha avere un blog in questo caso? Non ha senso. Non ha senso avere un blog se si passano fasi in cui le cose da dire non si vogliono dire.
Vero. Ma magari uno ha anche voglia di trattenerle per poterne parlare "veramente" in un momento successivo.
In questo periodo ho tanta voglia di leggere, imparare, guardarmi intorno e capire. Voglia di 'andare a scuola'.
E allora magari mi soffermo più su un concetto, unca canzone, un film, un animale. Una persona.
Inoltre siamo a Natale e Natale è il momento in cui il tempo va trascorso con le persone più importanti, a cui si tiene maggiormente, che magari vedi pochissimo durante il resto dell'anno e sei costretto ad approfittare di questa 'pausa' per poterti "mettere a paro" (un'espressione che usa sempre mia zia, scorrettissima ma molto efficace).
Voglio 'mettermi a paro', dunque, risparmiare parole e pensieri per poterli dedicare a pochi. E non a molti.
Anche se alla fine a quei molti il pensiero è comunque rivolto.
In un modo o nell'altro.
Nessun commento:
Posta un commento