domenica 9 dicembre 2012

Paura e delirio in Italia


Immaginavo che potesse decidere di tornare a farsi vivo. Lo immaginavo, ma fondamentalmente speravo non accadesse. Era un po' una forma di superstizione al contrario che, ovviamente, non ha funzionato.
Tengo a precisare una cosa fondamentale: non è un post contro un uomo, un individuo, Berlusconi. No, si tratta di considerazioni contro quel tipo di politica, di vita, di scelte.
Abbiamo passato un ventennio di completo immobilismo: il nostro paese non si è evoluto in nessun modo, in questi ultimi anni (lo dicono i libri di storia). E non conta quanti telefonini di ultima generazione siano stati venduti.
Dati alla mano la disoccupazione è aumentata, lo sviluppo tecnologico (a parte qualche raro caso di eccellenza) ha subito una brusca frenata, la morale è stata soffocata a colpi di reality, la violenza è diventata il maggior veicolo per approcciarsi agli altri e la cultura è stata falcidiata con tagli indiscriminati che hanno colpito particolarmente il luogo da dove dovrebbe nascere e svilupparsi: la scuola.
Questo per fare gli esempi più immediati.
Non leggiamo, non c'informiamo a dovere nonostante la possibilità di farlo; usiamo gli smartphone per essere protagonisti sui social network, per fare foto di posti e cose da mostrare orgogliosi agli amici perché 'io ce l'ho', 'ci sono stato'.
Abbiamo patito un anno di tagli e sacrifici. Molti hanno accusato il colpo, ma non tutti. Perché, come diceva il Silvio lo scorso anno, 'i ristoranti sono pieni'.
Ed è vero.
Fateci caso: basta uscire il fine settimana, buttare un occhio ai weekend, guardare che tipo di telefono stringono in mano i ragazzi che s'incontrano in giro. Non si può andare contro l'evidenza. Le cose stanno così; che poi ci dicano e ci raccontino altro, questo sta a noi capirlo e verificarlo.
La fame vera, la crisi reale, quella che spinge centinaia di migliaia di persone in mezzo alle piazze nel giro di poche ore per qualcosa che non sia un flashmob (vedi Grecia e Spagna) da noi non si è ancora vista. Si, sicuramente la maggioranza dei cittadini è più accorta, forse ci pensa una volta in più prima di spendere.
Ma spende.
Adesso che Monti si è dimesso prepariamoci ad una campagna elettorale tra le più becere: ci diranno che la colpa della crisi 'non è nostra, ma loro', ci prometteranno mari ma non più Monti (banale eh?), diranno che nonostante le difficoltà ce la faremo. Non è vero. Non può essere. Come si può riavviare un paese fermo, immobile, dove per trovare un lavoro l'unica possiblità attuale è la raccomandazione? Come possiamo far partire lo sviluppo se le persone capaci le mandiamo all'estero perché troppo care e ci accontentiamo di una massa d'ignoranti alla guida perché sono lì da sempre/amici degli amici/eletti dal popolo?
Eletti da chi, scusate? Quando loro stessi definiscono una legge 'una porcata' perché non permette al cittadino di scegliere direttamente il proprio rappresentate. Che paese siamo? Anzi, che paese saremo? Se la persona che ha contribuito a questo sfacelo decide di 'scendere in campo' nuovamente partendo dal Milan. Si, perché questa è la considerazione che hanno di noi: italioti legati al pallone e ai fenomeni di massa. Pensateci. 
Se, in un momento storico così complicato, decidessi di riprendermi il posto che (per mia convinzione) m'appartiene potrei decidere di fare due cose: la più difficile o la più 'popolare'. E cosa c'è di più popolare del calcio? Quindi? Ancora questa è la concezione che hanno di noi. Di gente semplice, facile da 'stordire' e da tenere a bada.
Il giorno dopo l'annuncio di Berlusconi, per caso ero sintonizzato sulla radio a 'frequenza nazionale', con ospite/conduttore Bruno Vespa.
Vi sembra normale lasciare parlare in diretta per più di un minuto un ascoltatore dichiaratamente di centro-destra che incensa quanto fatto dal suo leader nonostante i patimenti, gli accanimenti della magistratura e della stampa, e la solita retorica sui comunisti (vi prego...i comunisti non si può sentire!!!!)?
Vi sembra normale che non sia stato interrotto se non da versi di assenso da parte dei conduttori che, successivamente, per smorzare un minimo il palese schierarsi politicamente abbiano evidenziato le leggere mancanze del Cavaliere?
Io non ci potevo credere: il padrone dice che torna e i servi subito chini al suo servizio. Ah, ovviamente gli stessi servi che, nei mesi precedenti, vista l'indecenza socio-politica del loro leader avevano rinnegato il suo operato discostandosi (chi più, chi meno) dalla linea adottata e pronti a ripartire dalle primarie, dal popolo sovrano.
Guardate Canale 5 e Rai 1 oggi: opinionisti, politici, conduttori: nessuno che dica come stanno le cose.
Parlano di crisi, di probabili errori, di difficoltà.
Nessuno che parli di vergogna, di minorenni, di sprechi, di mafia, di camorra, di rifiuti, di città terremotate dimenticate, di figuracce internazionali, di promesse non mantenute, di reati cancellati 'ad personam' che hanno contribuito al declino dell'Italia, di violenza, di carceri sovraffollate, di ambiente devastato.
Il problema è che non ci sono soluzioni. Sarò pessimista, ma non ne riesco a vedere.
La cosiddetta sinistra ha avuto la possibilità di svecchiarsi, di intraprendere una direzione del tutto nuova (giusta o sbagliata che sia) ma che cos'ha fatto? Si è affidata nuovamente ad un leader vecchio, più volte sconfitto in passato, inconcludente nel suo agire, pronto ad allearsi con chiunque gli convenga. Dov'è la novità? Se vincesse Bersani dovremmo prepararci ad altro immobilismo? Ma non è più il tempo di stare fermi. Si precipita, se non ci si muove.
Casini? Un cattolico opportunista pronto a svendersi al miglior offerente? Siamo sicuri che sia lui la soluzione? O Fini? Il moderato che quando c'era da menare...menava...mantenendo le mani pulite.
Potrebbe essere Grillo, il nuovo che avanza. Certo, la rete, la trasparenza, la modernità. Tutto giusto, tutto perfetto. Ma le persone da votare chi sarebbero? Il fornaio stanco delle tasse con nessuna esperienza amministrativa? O la casalinga frustrata pronta a rimettersi in gioco nei panni di sindaco? Non lo so. Basta con la vecchia politica, ma il mestiere bisogna comunque saperlo fare. Sono davvero demoralizzato. Preoccupato. Seriamente.
Non sembrano esserci soluzioni. Almeno nell'immediato. Prepariamoci alla qualunque. Sarà un inverno duro, dal quale usciremo con le ossa ancora più rotte.
Ma pensiamoci. Pensiamo a chi dovremmo affidare la risalita. La nostra risalita.
Discutiamo, parliamo, confrontiamoci con le persone. Ma con intelligenza, senza violenza verbale o agendo semplicemente tramite il classico sentito dire. Cerchiamo di essere sicuri di quello che sappiamo e di ciò che diciamo. Siamo noi la nostra unica salvezza.
Se dovessimo affondare...questa volta sarebbero gli altri a fotografarci con la nostra carcassa sullo sfondo.

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