Immaginavo che potesse decidere di
tornare a farsi vivo. Lo immaginavo, ma fondamentalmente speravo non
accadesse. Era un po' una forma di superstizione al contrario che,
ovviamente, non ha funzionato.
Tengo a precisare una cosa
fondamentale: non è un post contro un uomo, un individuo,
Berlusconi. No, si tratta di considerazioni contro quel tipo di
politica, di vita, di scelte.
Abbiamo passato un ventennio di
completo immobilismo: il nostro paese non si è evoluto in nessun
modo, in questi ultimi anni (lo dicono i libri di storia). E non conta quanti telefonini di ultima
generazione siano stati venduti.
Dati alla mano la disoccupazione è
aumentata, lo sviluppo tecnologico (a parte qualche raro caso di
eccellenza) ha subito una brusca frenata, la morale è stata
soffocata a colpi di reality, la violenza è diventata il maggior
veicolo per approcciarsi agli altri e la cultura è stata falcidiata
con tagli indiscriminati che hanno colpito particolarmente il luogo
da dove dovrebbe nascere e svilupparsi: la scuola.
Questo per fare gli esempi più
immediati.
Non leggiamo, non c'informiamo a dovere
nonostante la possibilità di farlo; usiamo gli smartphone per essere
protagonisti sui social network, per fare foto di posti e cose da
mostrare orgogliosi agli amici perché 'io ce l'ho', 'ci sono stato'.
Abbiamo patito un anno di tagli e
sacrifici. Molti hanno accusato il colpo, ma non tutti. Perché, come
diceva il Silvio lo scorso anno, 'i ristoranti sono pieni'.
Ed è vero.
Fateci caso: basta uscire
il fine settimana, buttare un occhio ai weekend, guardare che tipo di
telefono stringono in mano i ragazzi che s'incontrano in giro. Non si
può andare contro l'evidenza. Le cose stanno così; che poi ci
dicano e ci raccontino altro, questo sta a noi capirlo e verificarlo.
La fame vera, la crisi reale, quella
che spinge centinaia di migliaia di persone in mezzo alle piazze nel
giro di poche ore per qualcosa che non sia un flashmob (vedi Grecia e Spagna) da noi non si è ancora
vista. Si, sicuramente la maggioranza dei cittadini è più accorta,
forse ci pensa una volta in più prima di spendere.
Ma spende.
Adesso che Monti si è dimesso
prepariamoci ad una campagna elettorale tra le più becere: ci
diranno che la colpa della crisi 'non è nostra, ma loro', ci
prometteranno mari ma non più Monti (banale eh?), diranno che nonostante le
difficoltà ce la faremo. Non è vero. Non può essere. Come si può
riavviare un paese fermo, immobile, dove per trovare un lavoro
l'unica possiblità attuale è la raccomandazione? Come possiamo
far partire lo sviluppo se le persone capaci le mandiamo all'estero perché troppo
care e ci accontentiamo di una massa d'ignoranti alla guida perché
sono lì da sempre/amici degli amici/eletti dal popolo?
Eletti da chi, scusate? Quando loro
stessi definiscono una legge 'una porcata' perché non permette al
cittadino di scegliere direttamente il proprio rappresentate. Che
paese siamo? Anzi, che paese saremo? Se la persona che ha contribuito
a questo sfacelo decide di 'scendere in campo' nuovamente partendo
dal Milan. Si, perché questa è la considerazione che hanno
di noi: italioti legati al pallone e ai fenomeni di massa. Pensateci.
Se, in un momento storico così complicato, decidessi di riprendermi il posto che (per mia convinzione)
m'appartiene potrei decidere di fare due cose: la più difficile o la
più 'popolare'. E cosa c'è di più popolare del calcio? Quindi?
Ancora questa è la concezione che hanno di noi. Di gente semplice, facile da
'stordire' e da tenere a bada.
Il giorno dopo l'annuncio di
Berlusconi, per caso ero sintonizzato sulla radio a 'frequenza
nazionale', con ospite/conduttore Bruno Vespa.
Vi sembra normale lasciare parlare in
diretta per più di un minuto un ascoltatore dichiaratamente di
centro-destra che incensa quanto fatto dal suo leader nonostante i
patimenti, gli accanimenti della magistratura e della stampa, e la
solita retorica sui comunisti (vi prego...i comunisti non si può
sentire!!!!)?
Vi sembra normale che non sia stato
interrotto se non da versi di assenso da parte dei conduttori che,
successivamente, per smorzare un minimo il palese schierarsi
politicamente abbiano evidenziato le leggere mancanze del Cavaliere?
Io non ci potevo credere: il padrone dice che torna e i servi subito
chini al suo servizio. Ah, ovviamente gli stessi servi che, nei mesi
precedenti, vista l'indecenza socio-politica del loro leader avevano
rinnegato il suo operato discostandosi (chi più, chi meno) dalla
linea adottata e pronti a ripartire dalle primarie, dal popolo
sovrano.
Guardate Canale 5 e Rai 1 oggi:
opinionisti, politici, conduttori: nessuno che dica come stanno le
cose.
Parlano di crisi, di probabili errori,
di difficoltà.
Nessuno che parli di vergogna, di
minorenni, di sprechi, di mafia, di camorra, di rifiuti, di città
terremotate dimenticate, di figuracce internazionali, di promesse non
mantenute, di reati cancellati 'ad personam' che hanno contribuito al
declino dell'Italia, di violenza, di carceri sovraffollate, di
ambiente devastato.
Il problema è che non ci sono
soluzioni. Sarò pessimista, ma non ne riesco a vedere.
La cosiddetta sinistra ha avuto la
possibilità di svecchiarsi, di intraprendere una direzione del tutto
nuova (giusta o sbagliata che sia) ma che cos'ha fatto? Si è
affidata nuovamente ad un leader vecchio, più volte sconfitto in
passato, inconcludente nel suo agire, pronto ad allearsi con chiunque
gli convenga. Dov'è la novità? Se vincesse Bersani dovremmo
prepararci ad altro immobilismo? Ma non è più il tempo di stare
fermi. Si precipita, se non ci si muove.
Casini? Un cattolico opportunista
pronto a svendersi al miglior offerente? Siamo sicuri che sia lui la
soluzione? O Fini? Il moderato che quando c'era da
menare...menava...mantenendo le mani pulite.
Potrebbe essere Grillo, il nuovo che
avanza. Certo, la rete, la trasparenza, la modernità. Tutto giusto,
tutto perfetto. Ma le persone da votare chi sarebbero? Il fornaio
stanco delle tasse con nessuna esperienza amministrativa? O la
casalinga frustrata pronta a rimettersi in gioco nei panni di
sindaco? Non lo so. Basta con la vecchia politica, ma il mestiere
bisogna comunque saperlo fare. Sono davvero demoralizzato.
Preoccupato. Seriamente.
Non sembrano esserci soluzioni. Almeno
nell'immediato. Prepariamoci alla qualunque. Sarà un inverno duro,
dal quale usciremo con le ossa ancora più rotte.
Ma pensiamoci. Pensiamo a chi dovremmo
affidare la risalita. La nostra risalita.
Discutiamo, parliamo, confrontiamoci
con le persone. Ma con intelligenza, senza violenza verbale o agendo
semplicemente tramite il classico sentito dire. Cerchiamo di essere
sicuri di quello che sappiamo e di ciò che diciamo. Siamo noi la
nostra unica salvezza.
Se dovessimo affondare...questa volta
sarebbero gli altri a fotografarci con la nostra carcassa sullo
sfondo.
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