Andare al supermercato mi piace. Vi
tolgo subito ogni malizia: non ho mai conosciuto nessuno al
supermercato, niente incontri casuali stile commedia romantica inglese.
Quando mi è capitato di urtare accidentalmente una qualsiasi ragazza
(o donna) mai mi è stato detto: 'oh, che coincidenza!', ma più di
sovente: '...zo, ma che...?'. E la prima parola NON è 'ragazzo'.
Fatta questa premessa: andare al
supermercato mi piace.
Mi piace perdermi tra gli scaffali.
Sono diplomato in sopravvivenza culinaria, oltre non vado.
Certo, ogni tanto ci provo, ma ho
sempre in frigo qualcosa di fresco pronto a correre in mio aiuto.
Assolutamente vietati surgelati, scatolame e salti di tutti i tipi:
male che vada verdura cruda, prosciutto, tonno e il classico uovo
della salvezza. Si perché l'uovo serve sempre, non sai mai che cosa
può capitare in fase di preparazione del pasto, per cui l'uovo della
salvezza è un alimento imprescindibile nel mio frigorifero. E credo
anche nel frigorifero di molti amici miei.
L'uovo e il sale. Tant'è che quando bussano alla porta e non aspetti nessuno e ti chiedi chi cavolo
possa essere a quell'ora e...chi sarà mai? Taaac! Il classico
vicino. E cosa ti chiede? Taaac! Un uovo. O il sale, per l'appunto. Vedete? Tutto
torna.
Vi risparmio discorsi inutili sul
quanto mi piaccia stare nel reparto biscotti a ricordare quando, con
mia mamma, potevo scegliere due o tre confezioni diverse di cui poter
fare indigestione prima di andar a scuola. La pubblicità
s'impossessava del mio cervello, e tutto quello che era mulino,
famiglia, latte, cioccolato e Natale...doveva essere mio!
Detto questo...fine! Basta. A casa.
Senza pagare? Assolutamente no. La spesa, ovviamente, va pagata. Alla
cassa. Dopo una discreta coda. Dopo una discreta coda che di fianco
scorre sempre più veloce anche se nella vostra fila avevate contato
meno persone o più persone con meno prodotti. Sempre: la fila
accanto scorre più veloce. Ma non è questo il problema anzi, la considerazione in sé è alquanto banale. Ma aiuta ad individuare il vero problema dello stare in fila alla cassa: le persone! Detto così non è molto bello da sentire (o
leggere). Ma è così, il vero problema delle code al supermercato sono le
persone! Quelle che fanno come se quella cassa fosse riservata solo a
loro: 'non c'è nessuno in coda all'infuori di me'.
Beh, carini...non è così! Ci sono io! E ci sono altri che aspettano il loro turno per uscire dal supermercato e vivere la propria vita abbuffandosi di quanto scelto accuratamente da ogni singolo scaffale. Lo so che sembra il discorso di un folle, ma vi faccio un paio di esempi e vedrete che mi darete ragione.
Beh, carini...non è così! Ci sono io! E ci sono altri che aspettano il loro turno per uscire dal supermercato e vivere la propria vita abbuffandosi di quanto scelto accuratamente da ogni singolo scaffale. Lo so che sembra il discorso di un folle, ma vi faccio un paio di esempi e vedrete che mi darete ragione.
Esempio numero 1: mamma con bambino
fuori controllo. Età intorno ai 4-5 anni, non vede l'ora di buttare
la spesa sul nastro e non si cura minimamente da chi e da cosa sia
circondato. Il problema
è che davanti a lui ci siete voi e lui
lancia le sue confezioni di detersivo da 24 dosi sulla vostra
ricotta, sui vostri pomodori e, quel che è peggio, sulle vostre
indispensabili uova!!! 'Maledetto, quando sarai un giovane trentenne
affamato ti pentirai amaramente di quel che stai facendo. Piccolo
figlio di p...' pensi, guardando la madre con sguardo disperato in
cerca di aiuto e sorridendo al demone nano con il tuo sorriso più falso.
Ma tanto non ce l'hai, non c'è nel catalogo delle facce, quella con lo sguardo tenero
da rivolgere ad un bambino nel momento in cui questo è in preda ad
un attacco isterico. Non sei credibile, non la dai a bere a nessuno.
Non hai lo sguardo compassionevole, non stai pensando 'che carino, lo
vorrei anche io un frugoletto così che mi tenga compagnia'...no! Lo
odi!
Vorresti fosse la tua ricotta, il tuo pomodoro, il tuo uovo.
Signor Magalli lo faccia a me il gioco della torre, chieda a me chi
voglio buttar giù se l'uovo o questo mini tirannosauro senza
guinzaglio.
Ma alla fine sorridi. Dici 'oh, ma non importa, si figuri...è solo
un bambino'. Già...
Ma non fai a tempo a pensare a come
vendicarti su di lui e su quella hippie di sua madre che...eccolo lì,
l'esempio numero 2: l'energumeno sudato!
Lo so, gli esempi potrebbero essere
innumerevoli, ma ultimamente mi stanno capitando questi due, spesso
anche contemporaneamente. Forse insieme al marrone sono il must di questo autunno/inverno 2012.
Comunque, l'energumeno sudato è il
male: è quello che s'impossessa del nastro, lo riempie di cose
inutili, di cui ignora la provenienza, il prezzo e il modo d'utilizzo. E mentre il cassiere passa
al laser il codice a barre lui che fa? Manda un sms! Un sms...al
minuto! Non si stacca da quel telefono, chiama, scrive, controlla
facebook, parla con l'amico e gli mostra le foto che si è
scattato da solo per cercare una nuova immagine del profilo.
E nel
frattempo? Essendo energumeno rimane piantato in mezzo alla corsia,
blocca tutto, non ti permette di passare. Perché mentre lui sviluppa
i suoi sensi così 'social', la sua spesa è già pronta per essere messa in
busta. Ma lui non può! Eh no, ha ancora il telefono in mano.
Allora
provi a superarlo, cerchi di doppiarlo e di passare nello spazio tra la sua pancia e la confezione di caramelle, ma lui tira fuori la sua arma segreta: l'ascella.
Si, quell'ascella di metà stagione, quando di giorno ci sono 25
gradi e la sera 15, per cui ti vesti a cipolla. Solo che a volte non
hai voglia di toglierti la felpa, quindi la tieni anche se sudi, magari aprendo appena la zip. E la
cipolla non è più solo un modo di dire, ma una dura realtà. Da
usare contro chi vuole superarti per recuperare i suoi acquisti e
poter dileguarsi da quell'inferno che è diventato il supermarket.
Alla fine, quando il 'buro' se n'è
andato e sei lì con l'ansia di aprire al più presto le buste per
infilare dentro quel che resta della tua spesa schiacciata...il
cassiere passa al cliente successivo, e accumula i tuoi acquisti in
un minuscolo angolino della cassa, colpendo violentemente il tutto
con la barra separatrice. Ed è allora che non ti resta che pagare
quel che rimane della tua felicità iniziale, infilare tutto in un
sacchetto biodegradabile ed uscire a passo svelto, ripromettendoti di
tornare solamente negli orari più assurdi, quando tutti sono a
lavoro o già con le gambe sotto al tavolo.
Ma non fai nemmeno due passi, superi
la porta scorrevole e la busta biodegradabile si rompe. Si ricicla
facilmente, certo, ma basta una confezione di riso e si straccia. Allora prendi tutto in mano, ti avvii verso casa per lasciare quel che rimane nel frigo, chiamare un amico e dividersi un kebab.
Io odio andare al supermercato.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMagari ti farò dei commenti in altra sede, per adesso solo due cose, anzi tre:
RispondiElimina1 - Anch'io faccio ampio uso di tonno ma, Olbein, mi raccomando: sulla lattina ci dev'essere il marchio "Friend of the sea". Il tonno scarseggia pericolosamente, grazie soprattutto ai simpatici giappi, comprare tonno certificato è il minimo che si possa fare. Maggiori informazioni qui: http://tinyurl.com/9gzk7gv
2 - Il finale a effetto è notevole, a mio modesto parere questi colpi stilistici lasciano ben sperare il tuo futuro.
3 - Ma non potresti mettere anche qualche simpatica fotina a corredo degli articoli?
1) tranquillo, lo stesso vale per le uova: niente allevamenti in gabbia e/o intensivi
RispondiElimina2) giuro che non è voluto. drena dal cervello in quel modo. :)
3) in realtà c'ho pensato. ma poi se comincio a metter le foto ci perdo un sacco di tempo. e tolgo l'attenzione alle storie. per ora mi piace così, semplice. ma non mi precludo nulla :)
grazie!