sabato 13 ottobre 2012

Non chiedetemi perché.

--> Vi capita mai di non riuscire a spiegarvi il 'perché' di certe situazioni? O meglio, avete mai la sensazione che qualcosa sia accaduta per un motivo ma proprio non riuscite a capire quale?
A me qualche volta capita.
Beh, se poi con 'qualche volta' intendo il primo giorno della settimana, che precede i successivi 'sovente,' 'spesso', 'sempre', 'ecco...lo sapevo', 'ma perché sempre a me?' e ultimo il 'e che ca**o!'...eccovi spiegato il motivo di questo post.
Comunque non volevo buttarla sul melodrammatico, assolutamente! Questa volta il mio tentativo di capire la causa di certi avvenimenti è, in realtà, un finto 'provare a capire'.
Mi spiego meglio: vivendo nel mondo dei frutti canditi spesso mi bastano piccolissime cose affinché la mia giornata torni ad essere di un colore gradevole e non nera come l'umore (umore nero, intendo).
In questi giorni, tante tesserine di un immaginario (pronunciato nel modo in cui è scritto) puzzle volano liberamente nell'aria per poi incastrarsi dolcemente tra di loro a formare soggetti spesso diversi ma alquanto piacevoli.
Prima tesserina: l'autunno, quello vero. I colori, l'odore dell'aria, le castagne ai piedi degli alberi e ai bordi delle strade, la luce del sole e l'intensità del blu della notte fanno da sfondo ad un cambiamento che non è solo ambientale. Almeno, per quel mi riguarda. Molte cose e persone stanno assumendo forme e ruoli differenti. Addirittura posso chiamarle con nomi nuovi perché non sono più ciò che ero abituato a conoscere fino ad oggi. Nel bene e nel male. E tutto questo trasformarsi avviene mentre la natura cambia vestito e si prepara ad indossare qualcosa di più caldo e confortevole.
Seconda tesserina: Torino. Non ci venivo così spesso da tanto tempo. Mi manca. Mi manca sempre. Mi piace sempre da morire. In questa stagione poi. Chi ci abita, probabilmente, non riesce a vedere come cambia gradualmente. Invece prendendola a piccoli morsi, come si farebbe con un croissant alla marmellata buonissimo ma molto molto piccolo, il tutto si assapora ancora di più.
Altra tesserina: la musica. Ecco, è in questi casi che il motivo per cui accadono le cose non m'interessa. Quando la colonna sonora delle giornate è perfetta per quello che sta accadendo, ma perfetta non per scelta ma per puro (si pronuncia 'culo') caso, non ho bisogno di sapere. Mi basta sentire.
In questi giorni è uscito il nuovo lavoro dei The Wallflowers. L'album è intitolato 'Glad all over'. Non l'ho ancora ascoltato così tante volte da poter affermare se davvero mi piace oppure no, ma sembra un buon disco.
Jacob Dylan è uno dei pochi figli d'arte che ha saputo dire la sua, nonostante un'ombra perenne delle dimensioni di un tale Bob. Certo, se veramente vuoi distaccarti dal lavoro di tuo padre non mantieni il cognome fittizio e ti fai chiamare con quello originale, ma io avrei fatto lo stesso. Anzi, forse peggio: 'piacere, sono Dylan Dylan, ma puoi chiamarmi Bob'. Per cui...
La canzone perfetta per questi giorni non appartiene a quest'album, ma a quello del 1996 'Bringing Down The Horse'. La traccia è la numero due: 6th Avenue Heartache.
Non so perché calzi particolarmente a pennello per questi giorni, per questo periodo, per quello che sono io attualmente.
Ma sapete una cosa? Questa è una di quelle volte che scoprire il perché di una cosa non m'interessa.
Vi ho mai parlato di quelle situazioni particolari in cui la musica pare essere la risposta perfetta a mille domande che sembrano non averne nemmeno una?

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