venerdì 23 novembre 2012

To Rome...with love.

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Questo sabato, nelle principali piazze di Roma, confluiranno in contemporanea migliaia di persone a manifestare il loro (e il nostro) dissenso nei confronti di questa politica, di questo governo, di questa società che ci ingoia senza nemmeno masticarci, e noi non ce ne rendiamo conto (questo...il vero problema).
Gli episodi di violenza avvenuti durante i recenti cortei mettono in allarme i più. A volte in maniera eccessiva. A volte, invece, con cognizione di causa. 
Roma è una città stupenda. Il sole che splende su Roma è diverso, come diverse sono le cose che vengono illuminate. Sembrano differenti agli occhi di chi guarda la città da lontano e sogna di visitarla al più presto. Provate a chiedere a chi non vive a Roma cosa ne pensa: 'che città stupenda, non vedo l'ora di visitarla/ritornarci'. Poi provate a chiedere a chi ci vive: 'questa città ce l'hanno rovinata, è diventata invivibile. Sporca. Violenta'.
Esatto: violenta. Che non vuole dire, per forza, un posto dove ti menano se cammini per strada e guardi per sbaglio qualcuno (anche se...). Violenta nel senso delle relazioni, delle emozioni, delle cose che ti circondano. E fa male questa violenza. Perché non le appartiene.
Una gestione sconsiderata e inaccettabile dell'Italia, prima, e della Capitale, poi, hanno portato Roma a vivere delle stagioni non propriamente degne della sua e della nostra storia. 
Ho un'idea ben precisa della città in cui vivo: una donna bellissima. Ancora giovane ma con una vita molto intensa alle spalle. Una femmina bionda, con una veste bianca, la pelle liscia e morbida. Fiera e sicura del fatto suo, come solo una donna sa essere, e allo stesso tempo fragile e indifesa come solo una donna può essere. 
Chi ha preso in mano le redini del potere ha violentato questa donna, picchiandola e umiliandola nei modi più beceri e villani che esistano. Non contento l'ha calpestata, trascurata, derisa davanti a tutti. Ne ha ferito il corpo e l'anima. Non l'hanno uccisa perché l'omicidio è reato. E poi può sempre servire: Roma è Roma, la sua storia è anche la storia del mondo. Una sorta di cartolina, di biglietto da visita da colorare ben bene e vendere a chi non può vedere cosa si nasconde sotto il primo strato di colore. 
Le conseguenze? Bah, non lo so: ad esempio i continu pestaggi ai danni di musicisti, studenti, 'alternativi', extracomunitari, donne? La gente per strada si ammazza per un parcheggio. Per una partita. 
Non è un luogo comune. Andate a Campo de' Fiori una sera che una squadra straniera gioca contro una delle due formazioni locali, mettete la maglietta dei supporters ospiti e ditemi che cosa vi succede. Consiglio: chiedere prima ai tifosi del Tottenham, giusto per risparmiarvi due lividi (solo per fare un esempio recente). 
La xenofobia si respira pesantemente come lo smog. Scorie di 'nere' abitudini rimangono e ogni tanto imperversano per le strade, tra le teste. Per le mani. 
Rimanete imbottigliati nel traffico, con macchinoni da X mila euro e gente che con una mano regge il telefono e con l'altra la sigaretta e chi se ne frega se vi stavano per schiacciare a terra e protestate? Occhio...rischiate di prendervele. Come cazzo vi permettete?
Ah, se per caso sono persone del vostro stesso sesso ad attrarvi....non sia mai. Brutti ricchioni, come vi permettete? E sono botte. O minacce. Insulti. Violenza psicologica. E chi non riesce a sopportare...si aggrappa ad una sciarpa per fuggire via da tanto dolore. Vi rendete conto? Una sciarpa. 15 anni.
Che rabbia. 
Ma volete saperla una cosa? La notizia positiva è che non è tutto così: sono quattro stronzi che si comportano in questo modo e gli altri 3/4/5 milioni di ancora più stronzi non fanno niente per impedirlo. 
Beh, si può. Si può fare molto.
Consapevolezza. Questo ci vuole. Per mandare a casa chi ci maltratta. E farla finita. Riprenderci la nostra vita, la nostra gioia, la nostra città...noi. L'Italia. 
Basta l'educazione. Il rispetto. La voglia di cambiare davvero e tornare a vivere. 
A Roma. 
Nel mondo. 
In noi. E con gli altri.






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