Più passa il tempo più la nostra vita
diventa 'su misura'.
(Rumore di acqua calda che scorre e
urla di giubilo per la novità).
Ovviamente l'avrete già ampiamente
notato: la Coca Cola con il nome tuo o quello della persona con la quale si
vuole condividerla e la Nutella che ti conosce da sempre e per la
quale rimarrai lo stesso di sempre.
Praticamente stanno dando ragione a mia madre quando mi dice "oh...non
cambi mai"?
Vabbè.
Non bastavano le iniziali sul colletto/polsini della camicia
o gli adesivi tamarrissimi che si attaccavano sul retro delle auto, a
fine anni '90, che servivano ad identificare il proprietario della
vettura o le prime lettere dei nomi dei due fidanzati?
Ecco, si, questi adesivi erano pessimi.
Una cosa imbarazzante, a pensarci bene. E qualcuno ancora persiste
eh? Fidatevi.
Lo fanno, lo fanno.
Comunque.
La distinzione tra prima e seconda
classe, fumatori e non fumatori, uomini e donne non basta più; ora,
l'esigenza predominante è quella del dover andare più in profondità
nei distinguo, ancora più nello specifico.
A volte in maniera del tutto gratuita,
giusto per dare alle persone un'illusoria sensazione di 'oh, lo fanno
per me che sono diverso rispetto agli altri' e per diverso intendo
'migliore'.
E per 'migliore' intendo:
a) Pago di più.
b) Ho pagato tanto, troppo fino ad ora
per cui ora posso scegliere (?)
c) Si mangia la stessa minestra ma chiamata con un nome
differente
In altri casi, invece, la maggiore
possibilità di scelta è dovuta a fattori prettamente fisici/etici.
Che so, penso ai menù per vegetariani,
quelli per celiaci o per le persone intolleranti a più ingredienti.
Ovviamente, in questi casi, ben venga la possibilità di non avere
un'unica possibilità.
Ovviamente.
Ok, vado dritto al sodo.
A me piacerebbe si potesse creare
un'area a parte per i rompicoglioni.
Scusate la volgarità ma almeno così evitiamo fraintendimenti.
Essendo costretto, quotidianamente,
a stare a stretto contatto con una moltitudine di persone, questa
categoria diventa, ai miei occhi, sempre più protagonista
indesiderata delle mie giornate.
Nello specifico, in questo post mi
riferisco ai cosiddetti 'cellularisti', un termine che non esiste ma
che indica alla perfezioni di chi e cosa sto parlando.
La scheda tecnica del cellularista:
- Urla al telefono. Sempre e comunque. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualunque sia l'argomento della conversazione. E per qualunque intendo davvero qualunque. Purtroppo.
- Possiede uno smartphone abbastanza recente.
- La suoneria è, solitamente, una hit del momento, un vecchio classico alla Radio Capital, o un effetto sonoro molto molto molto fastidioso.
- Molto fastidioso.
- A volte i telefoni sono più d'uno.
- Danno il meglio di sé nei luoghi chiusi.
- Maledetti.
- Parlano con cadenze dialettali molto marcate, sottolineate dal volume e dal colore dell'esposizione.
- Non necessitano di un lessico particolarmente forbito, a meno che non siano manager. Questi ultimi iniziano la conversazione con una terminologia tecnica molto precise e particolareggiata, per poi continuare e chiudere con fatti personali e giudizi di varia natura molto molto folkloristici.
- Molto folkloristici.
I cinema sono stati i primi a
'ghettizzre' i cellularisti. Per ovvi motivi. Questa sorta di 'razzismo' tecnologico non funziona spesso, purtroppo. Soprattutto nei multisala e il fine
settimana.
Dev'essere una moda. Una tendenza. Un
flash mob.
Ai concerti, invece, il cellularista
può dare il meglio di sé, a meno che non si tratti di musica
classica, opera o simili; in questi casi la recente tendenza, da
parte degli artisti, d'interrompere l'esibizione (anche solo momentaneamente), pare essere un
deterrente abbastanza efficace.
Ma i treni.
Ecco.
I treni.
La fantomatica 'area silenzio'.
Che meraviglia.
“Si prega di evitare conversazioni ad
alta voce, telefonate, suonerie e musica. Grazie per la
collaborazione e buon viaggio”.
Si!
Allora una cura c'è. Non ti obbligano. Ti consigliano. Che è già un bel passo avanti.
L'avviso in inglese non sempre viene
letto dai viaggiatori stranieri, ma basta un cenno al capotreno per
sistemare l'eventuale 'sforamento' della barriera del suono.
Essendo in prima classe, è facile
trovare persone più collaborative in tal senso.
'Migliore'.
Ricordate?
Appunto.
Ma come i peggiori virus, anche il
cellularista pare aver sviluppato una forma di autodifesa dalle
avvertenze, dalle convenzioni, dal buon senso e dal quieto vivere.
Non ho idea di come si possa chiamare
questo atteggiamento.
Cioè si, ce l'ho.
Ma non posso dirvi tutto io.
P.s.
Spero fosse Equitalia!